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Un Carnevale… favoloso

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Non si sa perché, né come, né dove: forse la Fata Turchina, con alcuni suggerimenti da parte di Mago Merlino, ci mise la sua mano.. pardon.. la bacchetta magica. Fatto è che, il giorno di Carnevale, i personaggi delle favole ricevettero un invito a sorpresa che diceva così: Ti aspetto alla Festa in Maschera che si terrà nel grande prato dell’ Antica Quercia nel giorno di Carnevale. Porta con te i tuoi sogni! Tutti si domandarono chi avesse organizzato una festa così speciale ma l’emozione dei preparativi divenne così intensa che prese il sopravvento sui pensieri. E fu così che Cappuccetto Rosso vestì i panni del Gatto con gli Stivali, felice di non essere rincorsa da lupo, almeno per un giorno, per tutto il bosco. Biancaneve, poi, stanca di ripetere sempre la scena della mela avvelenata offertale dalla strega cattiva, volle diventare Peter Pan e non vedeva l’ora di conoscere Campanellino. Per non parlare poi di Cenerentola la quale, aiutata dai suoi amici topolini curiosi, per un giorno avrebbe potuto dimenticarsi di strofinare, lucidare pentole e cucinare per le sorellastre. E niente zucca da trasformare in un lucente cocchio, e nessuna scarpetta di cristallo da perdere sui gradini del Palazzo Reale: il suo sogno di sempre, infatti, era trasformarsi nel Pifferaio Magico. Immaginava ad occhi aperti tutti quei topini che, anziché buttarsi in mare al suono di quella dolce melodia, avrebbero danzato felici attorno a lei in un girotondo senza fine. Anche Alice era stanca del solito Paese delle Meraviglie: avrebbe volentieri fatto cambio con Bella, essendo lei una personcina temeraria e coraggiosa, desiderosa di vedere da vicino la Bestia, per sfidarla in una partita a carte sorseggiando il thè delle quattro, ridendo divertita alla vista di tazzine, teiere, piatti e forchette in movimento. Tra tutti, e vi dico il vero, il più felice era Pinocchio: ma ci pensate? Niente piedi bruciacchiati davanti al camino, nessun Grillo Parlante sapientone a fargli la morale, nessun Gatto e nessuna Volpe bugiardi e ladri, nessun Mangiafuoco grande e grosso a metterlo in gabbia. Il burattino aveva deciso di vestire i panni di Robin Hood: il suo babbo condivise questa saggia decisione, pensando che avrebbe giovato al suo figliolo, anche se per poche ore, vivere da persona altruista ed occupata ad aiutare i meno fortunati. E pensava alla balena, che per una volta tanto avrebbe dovuto arrangiarsi per il pasto di mezzogiorno. Il giorno di Carnevale arrivò e, all’ora stabilita, tutti si trovarono ad abbracciarsi all’ombra dell’ Antica Quercia. Ad attenderli, una tavola imbandita con tante leccornie ed una musica festosa in sottofondo. Tanti palloncini colorati volavano leggeri in cielo e il prato era coperto da una miriade di coriandoli. “Amici… ehi… amici, sono qui!” “Chi parla?” si domandarono tutti rivolgendo gli sguardi a destra e a sinistra. “Qui… sull’albero… sono qui!” A cavalcioni del ramo più alto, fischiettando allegramente, stava ad osservarli una bimba dai capelli gialli raccolti in due buffi codini che tanto si era divertita a leggere le loro storie, prima di addormentarsi, la sera. “Mi hanno detto che oggi vi avrei trovati tutti qui e non ho resistito all’idea di vedere i miei eroi tutti insieme! Vi riconosco uno ad uno, anche se nascosti dalle maschere: vedo i vostri occhi e poi… vi ho tanto amato nei vostri racconti, sapete?” La piccola fece un gesto con la mano e, all’improvviso, ecco apparire una bellissima Colombina, furba e chiacchierona, a braccetto di un variopinto e saltellante Arlecchino. Li seguivano, poco piu’ in la’, un burbero e brontolone Pantalone che, imperterrito, rimproverava a più non posso il Dottor Balanzone, per le sue solite frasi sgrammaticate e zeppe di errori. Gianduia e Stenterello, parlottando tra loro, osservavano il pigro Pulcinella che riposava all’ombra, mentre Brighella si aggirava indisturbato attorno alla tavola nel tentativo di placare il suo appetito. “Che ne pensi, amica mia?” domandò la bimba alla Quercia, tenendosi ben salda al ramo. “E i sogni che dovevano portare? Spero li custodiscano nel loro cuore, come faccio io”. “Bambina mia, i sogni non muoiono mai, sfidano il tempo, vivono per sempre” rispose il saggio albero, sonnecchiando. E le maschere danzavano allegre, festeggiando quel favoloso Carnevale.

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